«Sì, siamo esattamente come le canne al vento. Noi siamo le canne e la sorte il vento». Ester: «Sì, va bene, ma perché questa sorte?» Efix: «È perché il vento? Solo Dio lo sa».






Canne al vento” è considerato il capolavoro di Grazia Deledda. il romanzo capolavoro che regalò a Grazia Deledda, nel 1926, il premio Nobel per la letteratura. Incentrato sul tema della fragilità umana davanti al destino, il romanzo è costruito sulla  Efix, il servo della famiglia Pintor, che è testimone e protagonista della vicenda.
Efix presta servizio da anni presso la famiglia Pintor, ormai decaduta, devoto alle tre sorelle Ester, Ruth e Noemi. In passato, l’uomo aveva anche aiutato la quarta sorella, Lia, di cui era segretamente innamorato, a fuggire nel continente, venendo alle mani con il rigido padrone Don Zame e causandone volontariamente la morte, anche se risultò un incidente. Lacerato dal senso di colpa, il servitore espia la propria colpa segreta dedicandosi completamente alla cura delle padrone, senza neanche farsi pagare. Quando all’improvviso Giacinto, il figlio di Lia, torna dalle zie, l’equilibrio di casa Pintor si rompe. Il ragazzo è uno sfaccendato imbroglione che porta nel mondo arcaico delle sorelle le novità del continente, comprese le cambiali scadute, e ne turba l’esistenza, esercitando inspiegabilmente un certo fascino su tutte quante - e su Noemi, in particolare, che si sente attratta da lui e si lacera per l’inconfessabile desiderio - fino al punto da spingerle a vendere l’ultimo podere per pagare i suoi debiti. Sentendosi responsabile del pessimo comportamento del ragazzo, Efix abbandona la casa per una vita di umiliazione da mendicante, finché un giorno non tornerà dalle sorelle per aiutarle ancora una volta: sarà lui, infatti, ad adoprarsi per organizzare il matrimonio di Noemi con un ricco pretendente. Solo allora potrà morire in pace, al suo posto, con la consolazione di aver scoperto che pure Giacinto, per riparare ai propri torti, finalmente lavora, avendo accanto la devota Grixenda che tanti anni lo aveva aspettato.

Un romanzo che ho letto tutto d'un fiato, restando estasiata delle parole così semplici eppure così profonde di questa eccezionale scrittrice autodidatta.